9.2.07

no, dico...

Oggi ho letto il testo dei Dico, che immagino si chiamino così per non tirare in ballo una parola che evidentemente fa paura.
Testo semplice, anche se afflitto dal legalese come al solito. Salvo alcune parti oscure direi che ho capito bene il tutto, anche se non mi è sembrato abbiano osato molto, e nel concreto mi pare manchino alcuni temi.
Ma quello che mi ha stupito è che si è fatto tanto rumore per nulla.

Sì, perché fino a un.. diciamo tre anni fa, ero convinto che diritti quali quello di assistenza al malato o di eredità e simili fossero ovvi e garantiti anche se la convivenza è soltanto "di fatto" e non sancita con un matrimonio.
E mi fa sorridere (sì, anche indignare, ma soprattutto sorridere) la levata di scudi della Chiesa cattolica, che si appella al diritto naturale (?!) e vive i Dico come un attacco al matrimonio: ma non gli scappa da ridere?
Creano una alternativa al matrimonio? No, semplicemente garantiscono all'alternativa al matrimonio (che già esiste) i diritti essenziali che finora gli sono stati negati.
E viste le barricate che solleva la Chiesa, magari è la volta buona che qualche politico cattolico si indigna dei propri vescovi.

Ma la Chiesa cattolica più che altro dovrebbero chiamarla Chiesa italiana, e basta.

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