21.11.06

un tasso a Bordeaux, parte seconda

Bordeaux è bella, e l'ho già detto... il campus è spento, ma grande e mi fa fantasticare assai.

Tra i vari giretti in città mi son visto tante belle stradine, qualche chiesa oscenamente gotica e tanti, tantissimi posti dove mangiare...
Il mangiare... per un francese il cibo deve essere di primaria importanza, ma anche cosa da sbrigare in fretta, senza perderci troppo tempo: la quantità di fast-food, kebabbari e rosticcerie la dice lunga... e pure i ristorantini non scherzano, ad ogni angolo ristorantini più o meno pretenziosi che però ti garantiscono anche il menù da 12 euro, cosa da non sottovalutare... ed i supermercati... file e file di caramelle, bonbon, cioccolatini, merendine, snack, pastrocchi di ogni genere... ed ancora intere corsie di cibi pronti, chilometri di frigoriferi per surgelati, cous-cous e paella in scatola, polletti ghiacciati che ti implorano la padella...
aahhh..... è il paradiso...

Un giorno siamo andati ad Arcachon, dove c'è l'oceano ma soprattutto una duna enorme, la duna del Pyla. Scalando questa montagna di sabbia finissima, si arriva in cima, vento fortissimo, oceano davanti e... sorpresa... il Borneo! Sì, la pineta, che si stende a perdita d'occhio, copre anche il centro abitato, che difficilmente si riesce a scorgere: sembra di stare dentro un romanzo di Salgari.
Scendendo poi altra sorpresina: c'era una batteria navale, ai piedi della duna, le cui torrette e casematte son smottate fino ai bordi del mare.
In tutto questo tralascio la presenza di famiglia italiana che non riuscivamo ad evitare...

il ritorno:

prendete un tasso, fatelo andare a dormire alle 2.30 di notte; svegliatelo alle 4 di notte; fategli aspettare al freddo il bus notturno... il bus notturno, tra l'altro, guida come avesse il diavolo che lo rincorre.
In stazione tramortito, quando mi accoccolo in treno voglio solo scendere e tornarmene a letto. Per le prime ore di viaggio non riesco a far nulla: dormo pochissimo e male, cerco di leggere il libro (Elianto) ma non riesco a distinguere le lettere, la lettura con questo sonno è impossibile.
Ho con me dei pain-aux-chocolat (non credo si scriva così), pian piano ogni ora me ne mangio uno... il viaggio, già lo so, sarà lungo e lento.
Quando finalmente riesco a recuperare un poco di vitalità son le 15, e si scende a Nizza. Il treno seguente è alle 18, quindi con lo zainone mi faccio un giro.
La città non mi è piaciuta per nulla, ma sarà che c'erano lavori in corso ovunque. Nel lungomare c'è però un parchetto pacchiano ed una pseudoterrazza che da sulla spiaggia. Il panorama è bello, il mare (quello della serie "vado al mare") mi manca; e per di più gli aerei in atterraggio a Nizza virano proprio qui sopra, bassi bassi... mi metto a scattar foto.
Si riparte, la lettura mi distrae molto (mi salva dalla pazzia, credo); poi l'ultima sorpresa: 3/4 d'ora di ritardo non annunciato al freddo a Voghera, per non congelare mi bombardo di cioccolate calde del distributore (buone, peraltro).
Questo è il tratto più faticoso, ormai sono esaurito, l'ultima tratta, altre due ore, mi fa arrivare a Bologna oltre l'una di notte.
In stazione al solito poca polizia e moltissime guardie giurate; due di queste son rasate, hanno divisa con pantaloni buffettati simile a quella delle camice nere (divisa nera, ovviamente); uno brandisce un manganello come volesse usarlo subito; l'altro frena al guinzaglio un cagnone di quelli che se ce l'ha un punkabbestia scappi. Paradossalmente mi sento più al sicuro quando li ho lasciati alle spalle, lontani.
Camminando verso casa ho le paranoie, mi pare di cadere per terra ed addormentarmi lì. Il letto è adorabile, un marsupio caldo di koala...

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