30.10.07

ricordando il centrodestra...

quando la sinistra non va; quando ti ha deluso al governo, e sta anche per cadere (mi verrebbe da dire finire), può esser utile ricordarsi del centrodestra al governo, per capire che in fondo è meglio così; che forse ci dovremmo accontentare; e che più di ogni altra cosa dovremmo salvare questo governo, fosse anche per il rotto della cuffia, fosse malamente, magari con un ribaltone.

Il centrodestra è il male, perché quando era al governo...

ha finanziato la scuola privata; ha riformato la scuola malamente, con la coscienza di facilitare le private;
ha facilitato il lavoro privato dei medici, anche se ospedalieri, aiutando il privato a scapito del pubblico nella sanità;
ha reso possibile l'esplosione di università fasulle in tutta Italia ed ha consentito le lauree truffa con la conversione dell'esperienza lavorativa in crediti formativi;
ha tagliato drasticamente la ricerca strafinanziando un centro di ricerca amico di Tremonti e lasciando che alcuni centri di prestigio non avessero nemmeno i fondi per pagare la bolletta elettrica;
ha in breve facilitato in ogni modo il privato nei confronti del pubblico, e ci siamo sentiti dire che il modello da imitare (nella previdenza sociale come nell'istruzione e nella sanità) è il modello statunitense.
Quello statunitense è un modello mostruoso, che nessuno (se non ricco) può pensare di volere. Nondimeno i voti il centrodestra li prende eccome...

ha detto che le tasse, se troppo alte, è giusto non pagarle;
ha condonato l'incondonabile; ripetutamente;
ci ha ricordato che con la mafia ci si deve convivere;
ha introdotto una quantità di nuovi contratti atipici che hanno lasciato il via libera definitivo alla precarietà (dato che nel frattempo smantellava il welfare...);
ci ha regalato (al grido di "abbassiamo le tasse") una finanziaria di rigore, con forti tagli ai bilanci ovunque ed un debito pubblico accresciuto;
ha varato la Bossi-Fini sull'immigrazione (risultati zero, ingiustizia tanta);
ha infilato nel pacchetto sulle Olimpiadi la Fini-Giovanardi sulle droghe, che ha ridotto le dosi di cannabis, ma ha aumentato le dosi di cocaina; equiparando un consumatore ad un criminale;
ha gestito il G8 di Genova nel peggiore dei modi possibili sospendendo lo stato di diritto (basta vedere cosa dice in proposito Amnesty International);
ha avvicinato l'Italia agli Usa spaccando l'Europa (ed allontanandosi da essa);
ed ha reso l'Italia l'ennesima ancella degli Stati Uniti;
ha avvallato l'invasione dell'Iraq inviando truppe altamente esposte al pericolo, per fornire aiuto agli Stati Uniti (esercito occupante ed aggressore); le Nazioni Unite sono arrivate dopo, non dimentichiamocelo;

serve altro?!
Mastella, ti prego, fa il buono; Di Pietro, Dini, ve lo chiedo per piacere...

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26.10.07

Non pago di leggere

Cosa succedesse se le biblioteche si trovassero, nei loro già magri bilanci, una bella spesa per remunerare gli autori (e soprattutto gli editori) per i loro libri dati in prestito?
Una nuova spesa imposta all'Italia dall'Europa (vedi)
Una cosa simile già succede qui e lì; e tra non molto finirà col essere applicata definitivamente.

Io immagino...
...immagino che una biblioteca, per la mancanza di fondi, interrompa le nuove acquisizioni;
...immagino che una biblioteca inizi a far pagare un tot a chi si voglia iscrivere (un tot per accedere al prestito per un anno, ad esempio...); o un tot al momento del prestito, per ogni prestito;
...immagino una biblioteca che a quel punto, facendoci un minimo di cresta sul "prezzo" del prestito (a quel punto è diventato noleggio), possa esser tentata dall'acquisire preferibilmente libri molto prestabili; best seller, best prestiter...

...immagino anche che uno studente, poniamo il caso in cerca di un libro per un esame (Storia dell'Africa), alla ricerca dell'unico volume della mastodontica "Storia generale dell'Africa" dell'UNESCO che sia stato tradotto in italiano, quello sulla metodologia, non potendolo acquistare in una libreria (non si trova, costo a parte) lo debba prendere a prestito in una biblioteca.
E poniamo il caso che nelle biblioteche di Bologna il volume (presente in numerose biblioteche, per fortuna) non sia disponibile per il prestito o sia già prestato; lo studente si rivolge alla biblioteca di Scienze politiche dell'Università di Padova. Lui è padovano, non avrà problemi essendo residente a farselo prestare.
Ecco che a quel punto si vede richiedere, per accedere al prestito per sei mesi (6), qualcosa come 25 euro (se non vado errato) di cauzione; perplesso chiedo (sì, ero io) "ma poi me li ridate?", anche se "cauzione" non lascia spazio a dubbi. "no, non vengono restituiti", la risposta, fortuna che è arrivata prima che i soldi glieli dessi.

Oggi scopro che l'Università di Padova ha già applicato la norma e paga alla SIAE una certa cifra per i libri che presta ai suoi studenti (dove l'Università recupererà i soldi non c'è dubbio) [NOTA: devo approfondire questo punto, apparentemente in contraddizione con il link sottostante].
Ecco come "cauzione" diventa "prezzo" e "prestito" diventa "noleggio".

Per la cronaca lo Stato italiano per anni non ha applicato la norma (vecchiotta la norma) e quest'anno in Finanziaria ha pagato alla SIAE 3 milioni di euro (vedi)

Morale?
voglio aiutare la raccolta firme (partita anni fa ma che sembra semi naufragata), per chiedere una deroga alla direttiva della Commissione Europea. Almeno che i lettori nelle biblioteche sappiano.
Dalla settimana prossima passo in rassegna, moduli alla mano, un po' di biblioteche sperando di raccogliere per lo meno attenzione.

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19.10.07

surreale o grottesco?

La notizia (una delle) del giorno lascia inizialmente esterrefatti; poi magari la si butta sul ridere.
Sì, perché il DDL sull'editoria (attenzione, è un pdf), come hanno fatto notare su Punto Informatico (che riprende Spataro su Civile.it) è una minaccia alla libertà di espressione. Ma non solo; è una ridicolaggine.
Ridicolissimo pensare di equiparare ogni pubblicazione su internet ad un prodotto editoriale; e ridicolissimo pensare di poter applicare un simile provvedimento.

In buona sostanza, nel quadro di una riorganizzazione della legislazione sull'editoria, si intende equiparare a prodotto editoriale (con tutto quello che ne consegue in termini di burocrazia, responsabile unico anche in piattaforme collaborative come Wikipedia, maggiori responsabilità per chi scrive) ogni pubblicazione su internet, con una definizione che include anche i blog (anche se non a scopo di lucro), i siti personali etc.

Se venisse applicata oggi, chiuderebbero le piattaforme di blog italiane (Splinder etc.), chiuderebbero i progetti Wikimedia in italiano (Wikipedia etc.), chiuderebbero una miriade di siti internet e l'Italia smetterebbe di partecipare alla rete, in buona sostanza.

Son impazzito?
No, tanto è palese che questa legge non è applicabile, che non mi preoccupo affatto che sia stata approvata dal CDM.
Una conferma in più che i ministri & co. non leggono le leggi o non ne comprendono il significato. O semplicemente ignorano l'esistenza di internet.

Ok, non verrà mai approvata... ma intanto è meglio firmare la petizione per chiederne il ritiro, che non si sa mai.

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17.10.07

impegnandosi

Qui dicevo che stavo riorganizzando le mie idee. Non ho più continuato quello che avevo iniziato, ma oggi tiro qualche somma:

1) ho preparato un pseudo-programma politico con propositi e idee divise in 17 (azz...) questioni fondamentali. Devo rivederle e i punti cresceranno, ma è stato un bel esercizio. Forse qualche punto lo pubblicherò
2) ho finalmente ascoltato il discorso della fondazione di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo di Mussi; gran bel discorso, la prima parte la trovate qui, buona visione. Sto seguendo il loro sito, il discorso mi ha convinto, ora resta da capire se non mi stia illudendo.

Ho il timore di aver trovato in SD l'ultimo appiglio; dico "timore" perché ho visto che subito tutte le energie sono state impegnate nell'avvicinamento verso PRC e PdCI; le alternative sono due:
o Sinistra Democratica, come disse Mussi, vuol diventare una forza "di governo", oppure scelga ed insegua la fusione con la sinistra "radicale"; le due cose, per me, sono incompatibili.

E no, nella costituente socialista con Bobo Craxi e soprattutto con De Michelis NON ci vado.

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15.10.07

primarie

dunque dunque...
domenica, da bravo, son andato a votare alle Primarie; tanta perplessità e l'idea di lasciare la scheda bianca per le nazionali.
L'unica cosa che mi tirava su era la notizia che un mio conoscente giovane e molto in gamba era capolista per l'assemblea regionale con Letta (che tra le varie mi è sembrato quello più votabile, scelto sempre "per scarto"). Non sapevo molto altro perché col poco tempo e la poca informazione anche per me queste Primarie erano una nebulosa.

Arrivo al seggio (salto la pietosa assistenza ad un anziano smarrito)
mi accosto al foglio riepilogativo delle due schede e... sorpresa, 3 liste per Veltroni (tutte molto diverse) e mancano Adinolfi e Gawronski.
Un tizio mi attacca un bottone, scandalizzato della cosa (non capisco se è un provocatore, un giornalista, un sincero scandalizzato), poi se ne va. Io sono effettivamente spiazzato.
Nella lista "ggiovane" per Veltroni ci sono nomi che conosco e che non mi sarei mai aspettato lì, non in quella colonna.
Del mio amico nemmeno l'ombra... (oggi so che era nell'altro collegio di Padova ed è stato eletto all'assemblea regionale, gli auguro buona fortuna e buon lavoro).
Mogio mogio mi metto in fila e quindi voto: nella scheda blu, quella per l'assemblea nazionale, lascio un bel bianco. Non me la sento di far altro. Spero venga conteggiata come una insoddisfazione, illusissimo.
Per le regionali voto Letta.

Risultato scontatissimo (e quindi non così entusiasmante). E non vedo la voce "astenuti"... scoprirò (oggi) che la voce astenuti esiste ma non è conteggiata ai fini delle percentuali; morale, non sono considerati, e anche se son pochi dovrebbero esserlo.

Ed oggi? oggi, con poche (e non buone) idee su che ne sarà del PD, mi guardo attorno cercando dove "dare una mano". Ho voglia di impegnarmi di più, ho voglia di sporcarmici le mani. Ma son schizzinoso, e sarà dura trovare qualcosa nel quale possa entrare senza compromessi (che non mi vanno).

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